29 novembre 2014

Weekly Recap #116

Weekly Recap nasce dalla voglia di non parlare solo delle mie new entry libresche, ma anche di altre piccole curiosità settimanali. Libri che ho adocchiato, un estratto che mi ha particolarmente colpito, un film che ho visto, e così via. Un po' come fanno alcuni blog con la rubrica Clock Rewinders on a Book Binge [X - X]. Ma tutto senza regole. Un po' alla cavolo insomma. Sostituisce In My Mailbox.

Buon sabato a tutti bella gente,
oggi è una bellissima giornata uggiosa, ma finalmente, dopo quasi un mese di malattia, metterò il naso fuori casa! Giuro, non ne potevo più! Quindi stappiamo una bella boccia di vino e brindiamo all together!
glu...
glu.....
glu.......
Ahhhhh!!!
Bene, adesso si può iniziare!

New Entry


Per chi mi segue su Facebook queste new entry non sono per niente new, ma ho voluto suddividerle in vari post e avere così un pretesto in più per chiacchierare il sabato.
Tra l'altro con gli scambi mi sono fermata. Dicembre è un mese che voglio evitare come la peste per spedire, perché se le Poste fanno pena, sotto le feste lo fanno più che mai! E poi diciamolo... mi sono rifornita a dovere!

 
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Il Demone Bianco di Bernard Minier, romanzo - acclamatissimo - di questo autore francese esordiente. Sì francese. I francesi mi perseguitano, cosa ci posso fare? Sarà perché ne ho uno in casa che mi ronza intorno da 18 anni?
Comunque ho la testa dura e voglio riprovarci. Colpa della trama, scrivetemi "serial killer" e io non capisco più niente, ho un debole per gli assassini seriali, la loro psicologia mi ha sempre intrigato e... e niente. Devo leggere questo libro!
Il Bosco della Morte di Susanne Staun tratta invece traumi rimossi e anche qui... datemi dei drammi psicologici e io ci sguazzo!
In questo periodo però non sono in fase thriller, quindi entrambi dovranno aspettare il loro momento.

 
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Ed ecco le mie due chicche. Bed Time di Alberto Marini e I Vivi I Morti E Gli Altri di Claudio Vergnani. Sento che adorerò entrambi, anche se per motivi diversi. Il primo è un thriller/horror sottile, psicologico, gioca con le paure dell'uomo, è quasi infimo, mentre il secondo fa uso delle creature tipiche di questo genere: gli zombi! Ho letto qualche estratto e non ho potuto fare a meno di recuperarli entrambi.
Noticina: Bed Time, come la maggior parte dei thriller Mondadori, è approdato nella storica collana Il Giallo Mondadori (serie EXTRA) a soli € 5,90. Se lo trovate nell'usato risparmiate anche di più!


First Impression

Visto che mi capita sempre più spesso di iniziare libri pur sapendo che non li finirò mai, ho pensato di condividere con voi le mie prime impressioni. Per molti potrebbe sembrare una perdita di tempo e posso anche capirlo. Anni fa non mi sarei mai sognata di cominciare un libro se l'intenzione non era quella di finirlo, ma adesso me ne frego. Mi piace farmi un'idea anche se approssimativa su trama e stile, e catalogare il romanzo in "potrebbe piacermi" o "mi farà sicuramente schifo".
Vediamo le prime impressioni di questa settimana.

  

Allora... sul blog di Nina (questo) si è parlato di Meagan McKinney... ok rettifico, io ne ho parlato in un commento, ma poi la cosa mi si è ritorta contro perché mi è venuta una voglia matta di leggere un romance gotico simile a Notte Dopo Notte. Non ne ho trovati. Ho cercato in lungo e in largo, ma ciccia, e così ho ripiegato su un altro libro dell'autrice, sperando in un colpo di fulmine che - ahimé - non è arrivato. Sigh...
Va però detto che Sortilegio d'Amore è abbastanza introduttivo con tutta una menata storia di leggende, rituali, incantesimi e cavolate varie. Sinceramente non ero in vena, anche se lo stile della McKinney è impeccabile.
Vedremo se riuscirò a continuarlo, per ora è in stand by.

Essendo sempre in fissa con il gotico e visto che Virginia Andrews è nota per le sue storie cupe e malate, mi sono buttata su Il Seme dell'Odio. Il problema è che la Andrews può scrivere frasi bellissime ma anche stronzate colossali.
Esempio.
"Devi perdonare il tuo papà per come si comporta," cominciò la nonna stringendomi forte perché non prendessi freddo. "è quello che è e non può cambiare, come il sole non può evitare di sorgere e tramontare, come le puzzole non possono evitare di puzzare..."
A puzzole mi sono bloccata.
A puzzare ho chiuso il libro. °___°
Quella stava facendo un discorso serio... quasi poetico, perché insomma il sole che sorge e tramonta è una bella immagine... cosa c'entrano le puzzole?
E' vero che mi piace questa donna proprio perché non è del tutto normale, ma una scelta sbagliata di vocaboli può farti depennare una lettura.
Così l'ho salutata.

Sono andata su Google, ho digitato "romanzo gotico" e mi è uscito L'Abito da Sposo di Pierre Lemaitre. Ecco, questo non è male. Nessuna scintilla nemmeno stavolta, ma Lemaitre ha un tipo di narrazione che senza dire mai troppo ti fa intuire che c'è del gran marcio tra le righe. Finisce nella pila "potrebbe piacermi". 

Ovviamente vi parlo di questi libri anche per ricevere consigli, magari sono bellissimi e in questo caso dovete assolutamente dirmelo! Non sia mai che faccia l'errore del secolo mollandoli senza ritegno quando avrei potuto amarli incondizionatamente! 

Alla prossima!

28 novembre 2014

Recensione, IRRAGGIUNGIBILE di Abbi Glines

Lettura post operatoria. Mi serviva qualcosa di poco impegnativo e una cosa è certa, meno impegnativo di questo c'è solo Carosello.
Sarò breve comunque, parlare male di un libro di Abbi Glines è un po' come sparare sulla Croce Rossa.

Irraggiungibile di Abbi Glines

| Mondadori, 2014 | pag.224 | € 14,90 |  serie Rosemary Beach #1 |

Rush Finlay ha ventiquattro anni, è sexy e arrogante, e nessuno riesce a dirgli di no. Blaire Wynn ha solo diciannove anni, è splendida, innocente e off limits: è figlia del nuovo patrigno di Rush. Quando Blaire, alla morte della madre, lascia la sua fattoria in Alabama e si trasferisce in Florida dal padre che non vede ormai da anni, trova ad attenderla solo Rush, il fratellastro fascinoso e inaffidabile, con cui dovrà trascorrere l'estate. Blaire non è preparata a quel mondo pieno di lusso e tentazioni, e soprattutto a quella potente attrazione, impossibile da contenere, che la trascina verso Rush... Perché la felicità sembra sempre così irraggiungibile?

Voto:

RECENSIONE V.M. 18
Ai tempi in cui lessi The Vincent Boys pensavo che solo la lobotomizzazione avrebbe potuto riportarmi sulla strada di Abbi Glines, invece ho capito che anche un intervento chirurgico, l'anestesia e gli antidolorifici possono farti fare cose di cui poi non risponderai se non in presenza del tuo avvocato. Io, il mio, ce l'ho qui vicino, sappiatelo.

Allora... Irraggiungibile. Premetto che per me l'unica cosa irraggiungibile è la mente deviata di questa autrice che secondo me potrebbe giusto andare a sceneggiare Beautiful, ma Abbi ti prego, piantala di scrivere stronzate libri. Non sei capace, fattene una ragione. Punti tutto sul sesso e lo fai anche nel modo più squallido possibile, perché i tuoi protagonisti sembrano degli squilibrati ninfomani.

Invece il senso del titolo mi sfugge proprio, perché i due protagonisti sono particolarmente raggiungibili (per non dire accessibili) da tutte le parti sotto tutti i punti di vista. Ma non soffermiamoci su queste sottigliezze e scopriamo queste perle di personaggi.

Lui, Rush, è un ventiquattrenne perennemente in fregola, infatti ogni volta che la protagonista lo spia dalla finestra è impegnato a dare colpi d'anca alla fortunata di turno. E' viziato, arrogante e ricco da fare schifo.
Lei invece, Blaire, è la tipica ragazza di provincia, semplice e ingenua. Grandi tette, culo piccolo, maglie scollate e pantaloncini corti (mi sembra pure sbilanciata la ragazza) e una faccia che dice, Oddio, ma perché tutti mi guardano in quel modo? a cui segue la faccia che ci accompagnerà per mezzo libro, Oddio, ma perché Rush tromba tutte tranne me?
Avete capito il genere? 
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25 novembre 2014

Recensione, HO LASCIATO ENTRARE LA TEMPESTA di Hannah Kent

Buon pomeriggio lettori del web!
Oggi si cambia registro e si parla di una storia vera ambientata in Islanda nella prima metà del 1800. E' una storia che ferisce, ma è anche una storia narrata con grande eleganza e minuzia di particolari. Personalmente non posso fare a meno di consigliarvela!

Ho Lasciato Entrare la Tempesta di Hannah Kent

| Piemme, 2014 | pag. 347 | € 17,50 |
Strega, seduttrice, colpevole, assassina: Agnes Magnusdottir è accusata di molte cose. Perché nell'Islanda dell'Ottocento - immersa nella nebbia come in mille superstizioni - lei, con la sua bellezza, il suo animo ribelle, la sua intelligenza troppo vivace, è diversa da tutte. Diversa anche per l'uomo che si è scelta: Natan Ketilsson, un uomo più vicino ai diavoli dell'inferno che agli angeli del paradiso, come mormorano nel villaggio, capace di risuscitare i morti con pozioni a base di erbe conosciute solo da lui. E ora che Natan è morto, ucciso da diciotto coltellate, il villaggio decide che la colpevole dell'efferato omicidio non può essere che lei, Agnes. La donna che lo amava. E mentre, ormai condannata, attende la morte per decapitazione, Agnes racconta la sua versione della storia alle uniche persone amiche che il destino le concede nei suoi ultimi giorni: la moglie del suo carceriere, e un giovane e inesperto confessore. E anche se la morte sarà la fine inevitabile, per Agnes la vita continua altrove: nei pensieri, nei sogni, nelle storie che ha letto, nell'amore per Natan. Le cose che appartengono soltanto a lei, e che nessuno potrà toglierle.
Voto:
Dicono ch’io debbo morire. Dicono che ho sottratto il respiro agli uomini, e che adesso debbo subire la stessa sorte. E allora immagino che siamo tutti come fiammelle di candele accese, scintillanti, tremule nell’oscurità, e poi immagino l’ululato del vento, e nel silenzio della stanza sento dei passi, passi che si avvicinano minacciosi, che vengono a soffiare su di me e a ridurre la mia vita a un refolo di fumo grigio.
Avevo finito di dire nel precedente post che sono sempre a mio agio quando parlo di libri, ed ecco che mi ritrovo tra le mani un romanzo di cui vorrei parlarvi al meglio e non ci riesco. Sì, avete capito bene... sono in difficoltà.
 Il punto è che Ho Lasciato Entrare la Tempesta è uno di quei libri che definirei importanti. Per com'è scritto, per la storia che racconta, per il minuzioso lavoro di ricerche che ha alle spalle.
L'autrice, una giovane esordiente non ancora trentenne, è stata bravissima, ma già a scrivere "bravissima" mi sento banale e scontata, e io non vorrei nulla di banale e scontato in queste poche righe.
Solo che mi sento quasi in imbarazzo. Come quando sono davanti ai miei autori preferiti, vorrei far loro mille domande e poi mi si attorciglia la lingua, la salivazione parte per la tangente e io devo ringraziare l'Altissimo per le due parole che sono riuscita a spiaccicare a stento. Ecco, in questo caso sono le mani a tentennare sulla tastiera. Tentennano perché quella di Agnes Magnúsdóttir è una storia vera, ed è una storia che strazia e annienta.
Condannata a morte per l'omicidio di Natan Ketilsson e in attesa che il boia cali l'ascia sul suo collo, Agnes racconta alle uniche persone che sente vicino la sua versione dei fatti.
È una Via Crucis lenta e sofferta e insieme a padre Tòti, il pastore che Agnes ha scelto per accompagnarla con fede al patibolo, c'ero anch'io.
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24 novembre 2014

Space Runner di Daniele Federico

Nove giugno 2234. La nave da ricognizione Mercury ritrova presso la galassia di Larterus una navetta monoposto di origine terrestre; al suo interno un essere umano criogenizzato.
In un mondo in cui i sentimenti sono oramai dimenticati, il comandante Haven si trova faccia a faccia con Daniel, un ragazzo privo della sua memoria e proveniente da un'altra epoca.
Le seguenti indagini svelano gli avvenimenti e lo scopo della missione "Space Runners" a cui Daniel aveva preso parte. Una missione che interessa al comandante molto più di quanto egli creda...


Ogni tanto è giusto fare outing e questo è uno di quei momenti. Parlare dei libri mi viene abbastanza facile, sicuramente non sempre riesco a trasmettere tutto quello che vorrei, però mentre lo faccio (bene o male che sia) mi sento a mio agio. Quando invece devo parlare di fumetti, graphic novel e racconti mi trovo in grande difficoltà.
Oggi avrei voluto recensire un romanzo breve (o racconto lungo) ma non so da che parte iniziare, quindi farò una semplice chiacchierata con voi.
Sono una lettrice "diesel", perché anche se pretendo di partire con la quinta ingranata, per sentire un libro, per portarmelo dentro, ho bisogno di tempo e pagine.
In questo momento forse dovrei essere in cucina a farmi due spaghetti, invece sto qui, perché quando due giorni fa Daniele mi ha scritto qualcosa è scattato. Qualcosa che non scatta quasi mai, perché sono rea confessa di iniziare 3000 romanzi d'esordio e di mollarne 2999.
Ieri sera invece vado a dormire, apro l'epub per pura curiosità, e - miracolo! - lo finisco. Così, senza accorgermene. È vero che saranno meno di cento pagine, ma hanno quel "non so che" che ti spinge ad andare avanti.
Space Runners sembra la bozza di una sceneggiatura più ampia, di qualcosa che si potrebbe sviluppare in modo quasi ambizioso, e nonostante uno stile asciutto, quasi scarno - diciamo pure asettico, ma in modo volontario e consapevole - ti fa riflettere.

Siamo nel futuro, anno 2234, e una nave spaziale in ricognizione recupera un'astronave monoposto con all'interno un uomo criogenizzato. Attraverso gli hard disk da cui vengono estrapolati dati e conversazioni il Capitano J. Haven ricostruisce quanto accaduto allo Space Runner lanciato ai confini dell'Universo nel 2114.
Il libro è un insieme di dialoghi e referti, non vengono descritti sentimenti, stati d'animo, eppure è tutto decisamente claustrofobico: c'è ansia, angoscia, disperazione.
Alla fine Space Runner è una riflessione amara sui limiti dell'uomo, avrei voluto di più, avrei voluto più dettagli, ma non sono rimasta delusa. Se posso muovere una critica, i dialoghi tra Daniel (l'uomo criogenizzato) e Claire (un'altra Space Runner) a volte sono un po' troppo scarni e stucchevoli, però l'idea, la struttura a dossier, e il messaggio finale, fanno sì che promuova questa piccola opera d'esordio. Non saprei darci un voto, ma posso dirvi che non mi ha lasciato indifferente.

Fine delle chiacchiere. Non so dove arriveranno queste mie parole, non so se serviranno a qualcuno, ma almeno ho fatto outing.
Ah, un'ultima cosa.
Daniele è un autore esordiente, ma è anche un ragazzo che conosce molto bene il cinema avendo lavorato agli effetti speciali di film come Harry Potter, I Guardiani della Galassia, Capitan America... insomma, come si dice dalle mie parti, "non è l'ultima ruota del carro". Spero che questo suo racconto sia il primo di tanti e chissà... magari in futuro avrà sviluppi inaspettati. In bocca al lupo.

22 novembre 2014

Weekly Recap #115

Weekly Recap nasce dalla voglia di non parlare solo delle mie new entry libresche, ma anche di altre piccole curiosità settimanali. Libri che ho adocchiato, un estratto che mi ha particolarmente colpito, un film che ho visto, e così via. Un po' come fanno alcuni blog con la rubrica Clock Rewinders on a Book Binge [X - X]. Ma tutto senza regole. Un po' alla cavolo insomma. Sostituisce In My Mailbox.

Buon sabato popolo del web! Non avendo un tubolo da fare e non potendomi muovere da casa, essere puntuale con questa rubrica era davvero il minimo.
Però sinceramente sto iniziando a essere un po' insofferente. E' dal 4 Novembre che non metto il naso fuori da casa, se non per entrare e uscire dall'ospedale, e non ne posso più. Allo stesso tempo se penso che il primo Dicembre dovrei lavorare mi sento male. E non perché non ci voglia andare, ma proprio perché non so se fisicamente ce la potrò fare. Va be'... incrociamo le dita, apriamo un libro e non pensiamoci più!

New Entry


Anche questi titoli sono il frutto, per la stragrande maggioranza, di scambi... che dire?! Ormai sono una scambista di professione!

  

Guida Galattica per Autostoppisti di Douglas Adams è una pietra miliare della fantascienza ed era una vita che volevo sbattere il naso tra le sue pagine. Il bello è che non so se potrà piacermi, perché il film nemmeno sono riuscita a vederlo tutto. Al contrario sono sicura - o almeno spero - che mi piacerà Marina di Zafon. E' vero che l'ultimo romanzo che ho letto dell'autore spagnolo (Il Prigioniero del Cielo) non mi ha entusiasmata troppo, ma su questo ho alte aspettative. Non so invece cosa aspettarmi da Sconosciuti di Megan Hart. Si accettano scommesse!

  

Bianca Come il Latte Rossa Come il Sangue è il primo libro che ho ricevuto da BookMooch. Di Alessandro D'Avenia non ho mai letto nulla, l'ultimo uscito non mi ispira nemmeno troppo, e così ho colto la palla al balzo, anche perché ho sempre rimandato la visione del film proprio per non rovinarmi la lettura.
Un'altra autrice che non posso non scoprire è Margaret Mazzantini, avrei voluto recuperare Venuto al Mondo ma mi sono accontentata di Non Ti Muovere. Anche in questo caso a ruota ci scatta la visione del film!
Chiedi alla Polvere di John Fante è un classico che non potevo non sfoggiare sulla mia libreria e sono anche sicura di averlo letto, ma la memoria a volte mi gioca brutti scherzi... Poco male, al massimo me ne ritroverò due copie...

* * *

Bene, anche per oggi è tutto! La convalescenza sta dando qualche frutto, domani vi parlerò del romanzo breve di un autore esordiente e in settimana di Ho Lasciato Entrare la Tempesta di Hannah Kent. State sintonizzati!

20 novembre 2014

Recensione, QUELLA VITA CHE CI MANCA di Valentina D'Urbano

Mi ero portata il libro della D'Urbano in ospedale, ma è stato un bene che non l'abbia letto in quel momento o sarei finita in rianimazione attaccata all'ossigeno.
Adesso che sono a casa, adesso che sono tornata a leggere con piacere, me lo sono gustata dalla prima all'ultima pagina e vi dirò... forse una bombola d'ossigeno mi avrebbe fatto comodo.

Quella Vita Che Ci Manca di Valentina D'Urbano

| Longanesi, 2014 | pag. 332 | € 14,90 |

Gennaio 1991. Valentino osserva le piccole nuvole di fiato che muoiono contro i finestrini appannati della vecchia Tipo. L'auto che ha ereditato dal padre, morto anni prima, non è l'unica cosa che gli rimane di lui: c'è anche quell'idea che una vita diversa sia possibile. Ma forse Valentino è troppo uguale al posto in cui vive, la Fortezza, un quartiere occupato in cui perfino la casa ti può essere tolta se ti distrai un attimo. Perciò, non resta che una cosa a cui aggrapparsi: la famiglia. Valentino è il minore dei quattro fratelli Smeraldo, figli di padri diversi. C'è Anna, che a soli trent'anni non ha ormai più niente da chiedere alla vita. C'è Vadim, con la mente di un dodicenne nel bellissimo corpo di un ventenne. E poi c'è Alan, il maggiore, l'uomo di casa, posseduto da una rabbia tanto feroce quanto lo è l'amore verso la sua famiglia, che deve rimanere unita a ogni costo. Ma il costo potrebbe essere troppo alto per Valentino, perché adesso c'è anche lei, Delia. È più grande di lui, è bellissima - ma te ne accorgi solo al secondo o al terzo sguardo - e, soprattutto, non è della Fortezza. Ed è proprio questo il problema. Perché Valentino nasconde un segreto che non osa confessarle e soprattutto sente che scegliere lei significherebbe tradire la famiglia. Tradire Alan. E Alan non perdona. Questo è un romanzo sull'amore, spietato come solo quello tra fratelli può essere. Ma è anche un romanzo sull'unico altro amore che possa competere quello che irrompe come il buio in una stanza.
Voto:

Sei bella. Sei rimasta come ti ricordavo. Non mi importa di come ti vedono gli altri, di quello che dicono. Tu per me sei puro istinto, sopravvivenza. Sei il pezzo di vita che mi manca.

Quella Vita Che Ci Manca è uno di quei romanzi in grado di consumarti. Ti abbassa le difese immunitarie, ti sballa la pressione, ti fa salire la temperatura... È una di quelle storie che ti prende il cuore, la testa, il fegato, ti si arrovella nello stomaco e alla fine ti si cementa nelle ossa.
Adesso lo so. La Fortezza, quel quartiere che non esiste ma che è lo specchio del degrado e del malessere delle nostre città, è un posto in cui vorrò tornare per scoprire i drammi di chi ci vive. Per scoprire se tra la spazzatura e la polvere c'è spazio per la felicità, se il dolore e la povertà possono inquinare la speranza, e se i lieto fine esistono solo nelle favole.

Tra queste pagine prende vita la storia di Delia e Valentino. Lei, ventisettenne incasinata ma non troppo, s'innamora del ragazzo sbagliato, perché chi nasce, cresce e vive nella Fortezza, "sbagliato" lo diventa per forza. La sporcizia ti entra nel sangue fino a contaminarti il dna e Valentino, giovane, buono e disonesto per necessità, è quello che non è. Quello che non vuole essere.
Ma questo romanzo, più che una storia d'amore, più che la storia di Valentino e Delia, è la storia della famiglia Smeraldo, di Mamma e dei suoi quattro figli, Anna, Vadim, Alan e Valentino che coi loro tre padri diversi sono soli più che mai. Ma sono una famiglia, si amano senza dirselo, si proteggono nonostante i cazzotti e le parolacce. Sopravvivono, tirano avanti, e fanno di tutto per non mostrarsi deboli e vulnerabili.
Ognuno ha il suo fagotto di dolore, il suo album senza foto perché sono più i ricordi da dimenticare che quelli da immortalare. Anna è quasi totalmente votata alla famiglia, alla casa, alle cure di Vadim che dietro al fisico di un bellissimo ventenne nasconde l'anima di un dodicenne. Lui è l'unico che si concede certi lussi come quello d'innamorarsi e credere che possa funzionare. Ma l'amore forse è l'unico salvagente nella Fortezza, l'unica cosa in grado di darti aria e ossigeno, ma così come può salvarti, può anche farti colare a picco.
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- Il rumore dei tuoi passi
- Quella vita che ci manca
(ogni storia è autoconclusiva)
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18 novembre 2014

Recensione, STRIA di Gigi Simeoni

Finalmente ho trovato un perfetto titolo di evasione che sono certa piacerà ai nostalgici dei grandi horror di un tempo. E con "un tempo" non intendo di cinquant'anni fa... ma di una ventina abbondante sì ^^
Buona lettura!

STRIA di Gigi Simeoni

 | Bonelli, 2011 collana Romanzi | pag. 300 ca. | € 9,00 |

Chiara si sveglia nel cuore della notte. È sconvolta e si domanda che cosa, da anni, venga a trovarla ogni notte, facendola piangere e urlare. Fabio è un fotoreporter di guerra che, a bordo di un volo che lo riporta in Italia, incontra Chiara. Basta uno sguardo ed entrambi capiscono che quella non è la prima volta che si vedono. La sensazione di familiarità e affetto tra loro risorge prepotentemente, ma quando si sono conosciuti? Per cercare una risposta a questa domanda e per scoprire le radici degli incubi di Chiara, i due iniziano un viaggio lungo l’Italia e nella memoria. Un viaggio allucinante, spaventoso, che li porterà a scoprire quali mostri si annidano nel loro passato...
Voto:

Questo romanzo a fumetti si meriterebbe quattro stelle solo perché leggendolo è riuscito a portarmi indietro nel tempo. Una meraviglia, giuro. Mi sembrava di avere quindici anni, periodo in cui stavo nella fase "esorcizziamo le paure facendocela sotto con quanto di più terrificante esista". Passavo i pomeriggi con la mia migliore amica a vedere Suspiria, Poltergeist, Zombi (e molto altro): lei con le mani sulle orecchie, io sugli occhi. A volte mandavamo avanti le videocassette in modalità veloce, altre volte mettevamo in pausa per commentare quanto fosse reale tutto quel sangue e di cosa potessero essere fatte le cervella che volavano di qua e di là.
Due instabili.
In "Stria" il bravissimo Gigi Simeoni abusa di tutti i cliché del genere e lo fa al meglio. Adesso, senza offesa per Recchioni che è uno degli sceneggiatori a fumetti più quotati del momento, ma tra i due non c'è proprio storia. Simeoni poi è anche disegnatore, un self-made man, quindi ha un'innegabile marcia in più e io sono ufficialmente una sua fan!
Ma parliamo di Stria. Stria è un'opera di oltre trecento pagine che è costata al suo creatore due anni di lavoro e ricerche. Ambientata per buona parte nell'alta Val Trompia in Lombardia, a Marmentino, un piccolo paesino pre-montano, racconta la storia di Chiara e Fabio e in un alternarsi di passato e presente ricostruisce quanto successo durante l'estate che cambiò per sempre le loro vite.


L'infanzia dei protagonisti e del loro amico Alfredo, con cui formavano l'inossidabile trio delle Aquile, ha il sapore di romanzi come Stand By Me di Stephen King. C'è la scoperta dell'amicizia, la voglia di avventura, il bisogno di sentirsi parte di un gruppo. Ci sono i racconti intorno al fuoco, le passeggiate tra i boschi, i primi baci.
Poi improvvisamente succede qualcosa. Succede che crescono, che l'infanzia lascia il posto all'adolescenza e sentimenti come l'invidia e la gelosia diventano stranamente e improvvisamente familiari. Familiari come le leggende che popolano quei luoghi, storie di streghe dalle zampe caprine, leggende di esseri crudeli che divorano vittime innocenti senza pietà. Sono incubi che diverranno realtà e che popoleranno il presente di Chiara e Fabio, almeno finché non riusciranno a far luce su quanto successo estirpando così il Male che li consuma.


Non dico altro proprio perché Stria (che nel dialetto locale significa strega) è abbastanza prevedibile e leggendo qualche parere in rete ho notato che è amatissimo o al contrario criticatissimo. Le mezze misure non esistono più. A me senza dubbio è piaciuto, è vero che non offre niente di innovativo, ma i cliché se usati bene hanno un grande potere sul lettore.
Qui abbiamo una splendida ambientazione, personaggi caratterizzati al meglio soprattutto nella parte che racconta la loro fanciullezza (per l'età adulta si poteva fare qualcosa di più...), e richiami al folklore locale pieni di suggestioni. Non c'è tantissima suspense, e il finale è leggermente frettoloso, ma Stria è soprattutto il tipo di horror che spia i mostri che albergano nei cuori delle persone e li porta alla luce. 


E ricordate "Chi lotta contro i mostri deve fare attenzione a non diventare lui stesso un mostro. E se tu riguarderai a lungo in un abisso, anche l’abisso vorrà guardare dentro di te." [Nietzsche]


16 novembre 2014

Recensione SIN TITULO di Cameron Stewart

Ho pensato che per il cervellino stanco che mi ritrovo e per non affaticarlo troppo (sta ancora smaltendo l'anestesia) una graphic novel sarebbe stata perfetta, ma mi sbagliavo. Sin Titulo di leggero non ha proprio niente O_O e io come sempre ho un culo pazzesco nello scegliermi le letture.

SIN TITULO di Cameron Stewart

| Bao Publishing, 10/2014 | pag.168 | € 17,00 |
disponibile gratuitamente in lingua orginale
sul sito sintitulocomic.it

In seguito alla morte del nonno, Alex Mackay trova una sua enigmatica fotografia che lo ritrae con una giovane e attraente sconosciuta. Il nonno, che Alex ricorda come una povera anima persa, conduceva forse una doppia vita? L'ossessione per questa indagine trascina il giovane in un vortice che lo allontana dalla vita di tutti i giorni, fino a vivere un incubo a occhi aperti in cui sogno e realtà si confondono e i traumi infantili rivelano cicatrici ormai dimenticate
Voto:

*possibili spoiler*
Una graphic novel che si fagocita nel giro di un paio d'ore, anche meno a dire la verità, ma vi consiglio di mettervi comodi e di prendetevi tutto il tempo necessario per non farvi sfuggire ogni minimo dettaglio e arrivare all'epilogo con le idee il più chiare possibile. Non sarà facile, vi avviso, il terreno su cui camminerete è buio e accidentato, anche se Cameron ci viene subito in aiuto con uno stile cinematografico e un tratto preciso, netto, dai contorni ben delineati capace di rendere la lettura di Sin Titulo decisamente compulsiva.
Tutto inizia quando Alex va all'ospizio a trovare il nonno e ha l'amara sorpresa di scoprire che è morto ormai da un mese. Ma qualcosa non quadra. Chi è la donna della foto che l'anziano vecchietto conservava in un libro? Cosa significano quei numeri scritti sul fondo? E perché tutti sembrano volergli nascondere qualcosa?


Alex aprirà una ad una tutte le porte di un mondo terribile, in cui il confine tra il reale e il surreale sarà via via sempre più confuso...

Vi dico subito il mio problema con Sin Titulo. Mi piacciono i romanzi surreali, così come mi piacciono i thriller, ma quando questi due generi si mescolano in modo quasi inaspettato, io mi blocco. Era ovvio che Sin Titulo non potesse essere un noir al 100%, troppe cose sono prive di logica, troppe situazioni sono al limite del normale, ma per un attimo ho creduto di trovarmi di fronte al Sebastian Fitzek della nona arte. Lui in fondo rende possibile l'impossibile. In parte lo fa anche Cameron Stewart, perché la chiave di volta della sua storia, per quanto tocchi terreni ben poco concreti, affonda le radici nella psiche dell'essere umano, nei suoi ricordi, nei suoi traumi.
Ma... (e qui c'è il "ma" che ha influito il voto finale) l'autore, per collegare tutti i fili della trama scomoda Platone e la sua teoria delle idee.

Così tutta la storia si trasforma improvvisamente in un viaggio mistico. In creazione e distruzione, in iperuranio e mondo sensibile e Sin Titulo si trova lì, esattamente a metà strada tra l'essere e il non essere.

Il punto è che a me non piace filosofeggiare. Filosofeggiare ad cacchium sì, farlo in modo serio no. Io sono il tipo di lettrice che quando ha tra le mani un noir, un thriller o un giallo pretende una risoluzione il più chiara possibile. Anche provvista di disegnino volendo. Non amo le domande che possono avere più di una risposta, non amo i "ma", i "forse" e i "se". Sono concreta. Pretendo che tutti i pezzi del puzzle finiscano al posto giusto.
Sin Titulo doveva soddisfare tutto questo, ma non ce l'ha fatta. Eppure mi è piaciuto, fino a un certo punto mi ha addirittura stregato con il suo ritmo incalzante, con tutta la sua bella dose di orrore, violenza e cattiveria che scorrono impietose tra le tavole. 

Ma... Ancora "ma".
Per una che non li ama ne ho già detti fin troppi...
Uff...
Diciamo allora che Sin Titulo va semplicemente letto e riletto. Capito e ricapito. Interpretato e reinterpretato.
Purtroppo io non so ancora se a penalizzare il gradimento di questa graphic novel sia stata io coi miei limiti, o l'inesperienza di un autore che ha sicuramente tanto talento, ma che deve ancora capire come sfruttarlo al meglio. Intanto io sto lì. A metà strada anche con il voto.


Vincitore nel 2010
dell'Eisner Award
come Miglior Fumetto Digitale

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